Biografia
Claudio Cristina nasce nel 1953 a Siracusa ed inizia giovanissimo il suo apprendistato nella bottega del padre Rodolfo, noto pittore degli anni 1970/80, sensibile poeta dei colori e della cultura siciliana.
Seguendo i trasferimenti del padre docente, completa gli studi superiori a Roma.
Trasferitosi successivamente a Milano, frequenta i corsi di pittura all’Accademia di Brera sotto la guida di Domenico Purificato.
Alla morte prematura del padre torna in Sicilia, per occuparsi dell’Azienda di famiglia, e contemporaneamente completa gli studi laureandosi in architettura al Politecnico di Milano.
Dopo alcuni anni decide di lasciare l’Azienda per dedicarsi di più alla pittura, cominciando a partecipare ad esposizioni collettive e personali.
Espone per la prima volta nel 1977 al Circolo Endas di Palermo.
Seguono altre mostre collettive e personali, sia in gallerie private che in sedi istituzionali.
Nel 2001 la città di Palazzolo ospita una sua personale nella Sala Verde del Palazzo Comunale.
Nell’ottobre 2007 espone presso la Galleria Margutta Design Jewelry a Roma, nel 2008 alla Galleria Roma di Siracusa, nel 2009 alla Galleria Intermediarte Atelier di Pesaro, quindi a Milano alla Galleria degli Artisti.
Dice di se stesso: «sono solo un pittore e niente più, che ama la lirica, la musica classica e il teatro antico, perché senza cultura non esiste una società civile».
Attualmente vive e lavora a Pozzallo.
Claudio Cristina – L’idea, il disegno, l’opera finita.
di Gianni Gallinaro
La continua ricerca pittorica porta Claudio Cristina a evolversi in tempi abbastanza ravvicinati.
Maestro maturo e ormai riconosciuto anche fuori dai confini siciliani (ultime mostre, Pesaro, Intermediarte Atelier, 19-25 settembre 2009 – Milano, Galleria degli Artisti, 14-28 ottobre 2010), egli crea osservando e meditando scrupolosamente sulla pittura italiana e d’oltralpe di tutto il Novecento.
A un occhio attento e critico non potrà sfuggire il peso che hanno esercitato e, per alcuni versi, esercitano artisti come Purificato, sua guida all’Accademia di Brera di Milano, i Chiaristi lombardi, Levi, Mafai, Sironi e soprattutto Monet e Cézanne.
Rodolfo e Claudio Cristina
Caso a parte è Rodolfo Cristina, suo primo mentore, che ha sostenuto, spronato e accompagnato sin dall’inizio il figlio, il quale ha iniziato a esporre, appena diciannovenne, nel 1972 a Palermo.
Consolidato appare pure il debito artistico che avvicina la recente produzione al grande naturamortista Chardin.
Da quest’ultimo, se si escludono alcune copie di grandissimo effetto e resa pittorica, Cristina vuole piuttosto carpire la luce, ma anche e soprattutto il gioco serrato e meditato dei chiaroscuri, che costruiscono, in modo naturalistico, forme di quotidiana utilità.
Tre delle nature morte esposte e un disegno preparatorio sono improntate appunto a questo gusto.
Non mancano, di certo, le figure umane, traslate da un’attenta osservazione del reale, partendo da esempi familiari (il vaporoso ritratto di “Grazia” o l’attento studio della testa in “Carla”, abbastanza vicino stilisticamente all’”Autoritratto”, di grande impatto visivo).
Per giungere allo stupendo “Nudo con fiori”, sinuoso ed erotico corpo femminile con le braccia distese e raccolte oltre la testa, ben armonizzato nel suo cangiantismo, che si espande in tutta l’economia del quadro.
Ma ancora una volta è il paesaggio che meglio esemplifica l’arte del pittore, fatta di veloci campiture di colori, che riassumono, efficacemente, la complessa e meravigliosa natura siciliana (“Masseria”, “Bosco”, “Marina con barche”, di cui l’acquerello corrispondente può considerarsi un primo abbozzo).
Il colore e i chiaro scuri
La peculiare caratteristica del maestro sta di sicuro in un uso personalissimo del colore: in quasi tutta la sua produzione coesistono benissimo l’accurata alternanza tra zone chiare e scure e un cangiantismo che sembra venir fuori da un’esplosione di diverse tonalità.
La pelle, le lenzuola, gli oggetti non hanno mai un’unica sfumatura, ma risultano da un’accurata mescolanza di tinte, di impatto visivo straordinario, che pongono l’artista a stretto contatto con la tradizione pittorica europea e mondiale del secolo appena trascorso.
La mostra di Siracusa vuol essere un’occasione unica per chi si avvicina all’arte per la prima volta, come pure per i più fedeli collezionisti e amatori della pittura: si è voluto accostare l’opera finita del maestro al suo disegno preparatorio, genesi del capolavoro finale.
Dal disegno agli acquerelli agli olii
Così, ci imbattiamo in studi e disegni a matita o ad acquerello, che preannunciano i grandiosi olii.
A tal proposito risulta emblematico tutto il repertorio di schizzi della “Fiasca fiorita”, opera già presentata nel catalogo della mostra milanese (ottobre 2010).
Ora è possibile ammirare l’olio, mai esposto in precedenza, che denota la grande accuratezza e maturità raggiunte dal maestro pozzallese attraverso un attento e modulato alternarsi di luci e ombre, note felicissime di tutta la sua produzione pittorica.
Si tratta del primo tentativo di accostare nella sua interezza il processo creativo, dall’idea iniziale fino all’esito finale. Chiaro il messaggio che si palesa dietro le righe: l’arte non può essere pura esercitazione, ma risulta da un meditato studio effettuato nei suoi minimi particolari.
Solo così, ponderate pennellate e “macchie” omogenee di colori assumono, soprattutto attraverso veloci passaggi, fatti di poche, essenziali ma ben calibrate linee, le caratteristiche forme che Claudio Cristina imprime ad ogni sua opera.
Di grande impatto è la produzione ad acquerello: “Marina”, “Tronco”, “Fichi d’india”, “Fiori”, “Margherite”, essenziali nelle linee, creano composizioni quasi astratte e di grande impatto su un attento osservatore, che ne percepisce la complessità proprio attraverso la semplice successione di curve e linee.
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