La bellezza dei visi vissuti distingue l’essere

Scrivo questo articolo nel rispetto della libertà di scelta che ogni persona deve avere.

Tengo a precisare quindi che quanto scritto riguarda indistintamente uomini e donne, ed esprime il mio parere personale senza alcuna intenzione critica.

Questi anni

È un periodo in cui prevale l’attenzione su come ci presentiamo esteriormente, piuttosto che quella per il nostro essere.

Come se una discreta estetica ci rendesse più simpatici o intelligenti alla vista degli altri.

Senza dubbio anche l’occhio vuole la sua parte, ma la vetrina informatica, ha decisamente influito sul nostro temperamento alterando l’equilibrio tra “essere e apparire”.

Il social web infatti, è un invito per tutti a esporci spesso per quello che non siamo.

Non ce ne accorgiamo, perchè indossiamo inavvertitamente una condotta diversa suggeritaci dalla tempra della schermata informatica.

Uno schermo che apparentemente ci protegge, ma in realtà ci espone a rischi di cui rimaniamo ignari.

Personalità

Piuttosto che concentrare la nostra attenzione su come manifestarci, dovremmo orientarla sulla nostra interazione con gli altri.

Agevolando così il loro interfacciarsi con la nostra essenza.

Evitare di preoccuparsi quindi di come gli altri leggano chi siamo o di come essi sperino che noi siamo.

Occupiamoci piuttosto di mostrare il nostro essere e la nostra personalità.

Questo, non significa che non dobbiamo curare la nostra estetica anzi, ancor di più dobbiamo farlo come valore aggiunto.

Però  “curare” non vuol dire “modificare”.

Faccio riferimento agli interventi chirurgici estetici fatti per desiderio e non per vere esigenze.

Non me ne vogliano i medici che svolgono questo preziosissimo lavoro, ma in ogni settore l’esagerazione distorce il valore delle cose.

Curare il proprio viso abbellendolo con i trucchi, con la barba o con una particolare capigliatura, o magari rasando totalmente i capelli.

Rispecchiare la propria personalità sulla parvenza del viso anche con un tatuaggio o un piercing.

Ma gonfiare le labbra in modo estremo, sollevare gli zigomi o tirare via le rughe, equivale a modificare la fisionomia diventando così un “falso d’autore”.

Dal mio punto di vista, chi ricorre a interventi del genere rientra in uno standard di uniformità, affievolendo le caratteristiche dell’essere che lo avrebbe distinto.

Racconti sul viso

Com’è vero che “l’essere” è la parte fondamentale che ci distingue, in percentuale minore anche “l’apparire” deve rappresentare il nostro essere.

Però questa standardizzazione estetica ci rende uniformi e meno distinti l’uno dall’altro.

La bellezza dei visi vissuti distingue l’essere.

Sto forse giudicando?

Non sono nella posizione di poterlo fare,  non dico neanche che sia giusto il mio pensiero, però posso affermare che a me piacciono tanto i visi vissuti!.

I visi vissuti distinguono l’essere, perchè raccontano storie, perchè raccontano la storia di quel personaggio.

Che appunto grazie al profilo del suo viso diventa personaggio e non più persona.

In quelle rughe c’è il racconto di tutte le espressioni fatte nella sua vita, delle emozioni provate, e forse il solco di qualche lacrima di gioia o di un pianto.

Ogni ruga rappresenta una meta, un obiettivo raggiunto, e il loro insieme canta vittoria per il più importante traguardo conseguito: “l’età”.

Quanto sono belli gli anziani nella loro naturale cura, sono un invito al racconto.

Stimolano la curiosità di sapere come sia stata la loro vita, quale strada abbiano percorso, quale sarà stata l’evoluzione della vita in questo lungo cammino.

Ci stiamo avviando verso la strada della “standardizzazione”.

Mi preoccupa pensare a un mondo fatto di gente con età indefinite e visi somiglianti, con un anima informatica in una vita priva di emozioni.

Siamo convinti che appartenga a  “un prossimo futuro”, ma stiamo già percorrendo questa strada senza curarcene.

Allora scrivo il mio pensiero come invito a non strappare pagine dai libri, perchè le rughe stirate, le modifiche al viso, sono come quella parte mancante di cui non avremo lettura che lascerà la nostra curiosità in sospeso per sempre.