È già domani

È già domani, ieri è passato, oggi quindi…

La corsa al tempo della vita ci coinvolge proiettandoci nel nostro prossimo futuro.

Questa modalità di pensiero impegna la nostra mente su ciò che dovremo fare il giorno dopo o addirittura la settimana successiva.

Di questo trasporto al futuro non ce ne accorgiamo, e lo viviamo come tempo attuale.

Anche quando siamo in compagnia di amici il nostro pensiero sorvola l’attimo che invece dovremmo vivere.

A volte addirittura evitiamo i nostri affetti o spesso non ci soffermiamo abbastanza con loro per paura di “non fare in tempo”.

Diciamo di avere tempi stretti perché dobbiamo fare tante cose e temiamo di non essere sufficientemente veloci perché temiamo il rischio che si accumulino.

Magari è vero, ma se analizzassimo meglio la priorità delle cose, vivremmo certamente con pressioni minori.

Dovremmo avere contezza che impegnare la mente sull’organizzazione del domani,  ci sta già privando del presente.

Però, a un certo punto un flash di lucidità mentale desta in noi lo stupore di come il tempo sia volato in sordina.

Guardiamo indietro, e ci accorgiamo che è già domani.

Ieri è passato

Ci piacerebbe recuperare, ma non possiamo.

Eppure era un attimo fa, ma ieri è passato.

Quel risveglio, in un solo pensiero riporta alla nostra mente un insieme di spazi temporali vissuti di cui non ci siamo quasi accorti.

Solo la memoria dei ricordi conferma che li abbiamo attraversati.

Eravamo presenti, forse li abbiamo vissuti senza viverli come avremmo voluto, perché mentalmente impegnati a progettare domani.

Il turbine di corsa alla vita ha creato in noi un vuoto temporale.

Peccato però, che dopo aver ponderato questa diffusa assenza temporale, nonostante i buoni propositi promettano attenzione “all’oggi”, la ripresa riparta in ogni modo dal “domani”.

Probabilmente è rimasto anche qualche desiderio insoluto.

Non intendo sogni, ma semplici gesti come ad esempio un abbraccio, una carezza, una parola non detta.

Non intendo risvegliare ricordi o tristezza, al contrario invito a curare il presente, in modo che nell’imprendibile “ieri”, non vi siano questioni insolute.

Oggi quindi

È adesso.

Esattamente questo preciso istante.

Il presente: unico spazio – temporale in cui possiamo agire.

“È già domani, ieri è passato, oggi quindi”…Completate a vostro piacimento.

“Me lo vivo! – Vado al mare – Mi concentro”.

Concentrarsi sul presente non è semplice, soprattutto in questo periodo storico in cui il progresso informatico si integra con la nostra quotidianità.

Potremmo prendere esempio proprio dai dispositivi informatici di nuova generazione, sui quali è stata aggiunta la voce “senza distrazioni”.

Applichiamo questa voce, non al dispositivo ma al nostro tempo.

E il nostro tempo è “oggi”,  unico momento in cui possiamo agire.

Ieri è passato esiste solo nei nostri ricordi.

Per il domani possiamo solo progettare.

E per lo più non è detto che domani riusciremo a gestire “l’adesso”, è probabile che la nostra mente stia già progettando il futuro o rivivendo i ricordi di ieri.

Vivere “adesso” senza cadere nella trappola del “viaggio nel tempo” richiede impegno e concentrazione.

Distinguere “le corse” giornaliere sarebbe un primo passo non indifferente.

Rallentare quelle possibili, è il secondo passo.

Il terzo passo che suggerisco è simpatico, personalmente ho iniziato a “rubare” tempo al mio tempo.

Vivere “adesso”

Com’è possibile che avvenga lo illustro subito.

Durante il percorso di una delle corse giornaliere, si fa una breve deviazione verso il mare, verso un albero, un monumento o un posto piacevole dove soffermarsi.

Concentrati sull’ambiente scelto a osservarne la bellezza, si rimane con i propri pensieri.

Pochi minuti fuori dal resto del mondo, senza telefoni o altri dispositivi accesi, (magari solo in compagnia di un pò di musica).

Siamo “noi e noi stessi” con i nostri pensieri,  un piccolo regalo alla nostra mente.

Qualsiasi sia il pensiero, anche se fosse il pensiero di un problema da risolvere, lo stiamo pensando alleggeriti da “tutto il resto”.

Dove “tutto il resto” può essere, un semplice messaggio al telefono, la parola di un amico, il suono di un clacson e così via.

“Ascoltarsi” e fermarsi al presente impreziosisce la vita.

Aumentare le soste pochi secondi al giorno, potrebbe servire a prendere coscienza e  ad abituarsi al significato del “vivere il presente”.

Forse qualcuno mi critica perché spesso in diversi momenti della giornata, stacco il telefono.

Ecco, in quei momenti sto vivendo il mio “adesso”.

Questo sembrerebbe volersi escludere dai rapporti sociali.

Invece aiuta a viverli più pienamente, perché si è concentrati sulla consapevolezza del presente, cogliendo la piena essenza del momento.

Mi sono applicato parecchio per raggiungere questa presa di coscienza.

Ho dovuto raggiungere mentalmente la consapevolezza del mio “adesso”.

Metterla in atto è stato impegnativo, un passo dopo l’altro, come costruire una struttura architettonica lentamente mattone su mattone.

Al primo “muretto” costruito mi sembrava di aver messo su un impero.

Vivo in società “senza distrazioni”, nel “qui e ora“.

E proprio mentre “qui e ora” sto scrivendo questo articolo, mi viene in mente una parola: “Limerenza“.

Anche se non fa riferimento allo spazio temporale, il nostro atteggiamento a proposito dell’oggi, mi richiama questa parola.

Siamo “Limerenti” nei confronti del tempo, abbiamo un attaccamento ossessivo al passato e al futuro, convinti di vivere il presente.

Come chi crede di amare e invece è solo infatuato.

E l’infatuazione è sofferenza, perché convinti di amare creiamo pensieri inesistenti.

Inventiamo aspettative che non potranno mai concretizzarsi, perché basate su un amore che amore non è, su un “oggi che oggi non è”.

Questa Limerenza interferisce sulla vita quotidiana e sulle relazioni, portando a un forte desiderio di reciprocità.

Quella reciprocità  che né ieri né domani potranno darci, e che non potrà mai esserci corrisposta da un “adesso” inesistente.

L’invito che ci facciamo è quindi quello di abbandonare questa infatuazione, cancelliamo la limerenza, e innamoriamoci del presente.

Solo qui e ora troveremo l’affinità di un amore corrisposto.