Ai miei tempi – Frase al vento che risuona nel tempo
“Ai miei tempi” era un espressione usata di frequente dagli anziani quando eravamo ragazzini.
A volte si rimaneva ad ascoltarli, ma il più delle volte si fuggiva via per evitare di annoiarsi.
Per quale motivo saremmo dovuti rimanere ad ascoltare il racconto di un vecchio se già boriosi del nostro “sapere” ci sentivamo sapienti?
Ascoltare il racconto della vita di una persona anziana sarebbe stata una perdita di tempo, questo il nostro pensiero di allora.
Guardando i ragazzi di oggi rivedo quell’atteggiamento, appesantito dalle modifiche che il progresso ha apportato nel tempo.
Faccio riferimento all’atteggiamento dell’essere e ai dispositivi informatici che certamente hanno influito in questo mutamento.
Solo da adulti si capisce che la visione della vita cambia crescendo.
Essere adulto oggi, ha svegliato in me il desiderio di tornare indietro nel tempo, ascoltare i racconti degli anziani e farne esperienza.
Quella saggezza che avremmo dovuto incamerare e rielaborare, farne tesoro e migliorarla.
L’evoluzione della specie nasce dalle esperienze dei nostri predecessori che integrate alle nostre formulano la rielaborazione della saggezza verso (si spera) orizzonti migliori.
Mostrarsi sapienti con superbia, equivale al fuoco di paglia, un bagliore che svanisce nel nulla.
So che esistono le eccezioni, ma dovrò generalizzare il contenuto di questo articolo.
Non mira a ledere ma a raccontare alcuni cambiamenti segnati dal tempo che possono essere dannosi per questa nostra società.
Educazione
Uno dei temi a me più cari.
Il modo di educare i propri figli è cambiato nel tempo, da un estremo a un altro.
Siamo passati dall’inginocchiarsi sui ceci, al semplice rimprovero verbale, che come dice il titolo di questo articolo, si dissolve nell’aria.
Certo, i ceci come le bacchettate sulle mani erano punizioni drastiche e io non sono per la violenza.
Così come non lo sono per l’accondiscendenza estrema.
Però sono a favore dell’importanza del rispetto dei ruoli: genitori e figli.
Equilibrato, armonico, severo al punto giusto.
Scavalcare questa soglia, assottiglia quello spessore utile al rispetto dei ruoli stessi.
Fatto di educazione, di riguardo, di stima e di quelle attenzioni che i giovani devono avere nei confronti dei genitori, dei nonni, delle persone anziane.
Lo stesso vale per gli adulti, che devono avere di contro, quella diligenza e quell’impegno nei confronti dei giovani, utile alla loro formazione disciplinata.
L’assottigliamento di questo valore porta adulti e giovani quasi sullo stesso piano, creando confusione sulla posizione che ognuno dovrebbe avere.
Il problema è che questo cambiamento educativo si allarga a macchia d’olio, diventando uno stato sociale diffuso.
I cambiamenti vanno bene, si accettano, ma dobbiamo prestare attenzione a quelli che alla società fanno male.
Elasticità mentale, certo! Ma è fondamentale distinguere cosa va salvato e cosa invece può essere modificato.
Fermezza per le regole
Chi come me ha superato il mezzo secolo di età, ricorderà la fermezza degli uomini adulti di quando eravamo ragazzi.
La stretta di mano valeva come un contratto scritto.
Ed era per quella stretta di mano, per la parola data, che gli uomini di quel tempo erano considerati paladini della giustizia.
A difesa della loro dignità non si sarebbero mai sottratti all’impegno preso.
Perché è grazie all’onore, che l’essere umano conquista la sua dignità.
Onore e dignità camminano di pari passo.
Sfortunatamente rientrano nella lista dei mutamenti che portano all’estinzione del buon senso e dei valori della vita
In passato la stretta di mano era un contratto fondato.
Oggi a un contratto scritto e stipulato davanti a un legale, spesso viene dato meno valore, con tutto ciò che ne consegue.
Appartenendo allo stato sociale e trattandosi ormai praticamente di consuetudine, tutto viene messo a tacere.
Il silenzio
Il silenzio nel momento in cui scrivo è instabile, inoltre è invertito nel suo utilizzo.
L’assenza di rumore, cioè la quiete che per istruzione e cultura dovrebbe essere messa in atto, per attenzione delle buone maniere nei confronti delle persone, viene totalmente ignorata.
Quella che invece non dovrebbe esistere, ormai accomuna amministrazioni, professionisti, lavoratori e genere umano.
La vita è complessa, questo dobbiamo dirlo.
La conoscenza, le pressioni, la corsa al tempo, i ritmi sono diventati pressoché impossibili, ma questo non autorizza al silenzio di cui parlo.
L’impreparazione, le insicurezze, i dubbi spesso portano l’individuo a rifugiarsi nel silenzio.
Viene utilizzato come scudo di difesa.
Questo atteggiamento porta a ignorare l’interlocutore mostrando un’aria di superiorità per non celare debolezza.
Il risultato, secondo il mio modesto parere è che non fanno altro che compromettere la propria figura.
Utilizzare il silenzio quando è giusto farlo.
Ai miei tempi, avrebbero detto gli adulti di allora, era più complicato.
La comunicazione avveniva attraverso lettere cartacee.
Gli appuntamenti venivano rispettati in prima persona senza delegare chi continua a delegare altri.
Nessuno avrebbe mai messo a rischio la propria dignità ignorando solo uno di questi aspetti.
Una risposta anche incerta con un filo di umiltà, prendendo il tempo necessario, vuole dire rispettare il proprio ruolo con dignità in considerazione del prossimo.
Ma si sa, anche l’umiltà è in via di estinzione.
Come ho specificato prima, questo è un andamento generico.
Miro ad alimentare quella fiammella che lentamente si sta spegnendo.
La speranza che quel pò di buon senso ancora rimasto possa rimanere in vita, magari anche riprendendosi prima che sia buio.
Scrivo della bellezza della vita, ma per farlo a volte è necessario mettere in evidenza ciò che la sta soffocando.
Le nostre azioni hanno conseguenze sui giovani e sulla società prossima.
Siamo i responsabili di ciò che vivranno i nostri nipoti, e sono sicuro che nessuno di noi desidera per loro una vita negligente, incurante.
Ho scritto più volte che non amo la perfezione, e anche in questo caso il mio pensiero si sposa perfettamente.
Essere incerto e applicarsi alla costruzione della vita, piuttosto che falso saccente e inconcludente.
Un piccolo passo è meglio di un salto nel vuoto.
Com’è mia abitudine, concludo l’articolo con una frase di personaggi che della vita in qualche modo hanno fatto la storia.
Questa volta ho scelto Lei:
Diffidate delle persone che puzzano di perfezione, perché la vita è fatta di sbagli e di ferite.
(Anna Magnani)