Antonio Canova è nato nel 1922, esattamente un secolo dopo dalla morte del grande Canova.
Pittore e scultore contemporaneo di origini venete, riceve i primi insegnamenti presso la scuola d’arte di Padova, successivamente si
trasferisce al sud. Continua il suo percorso artistico studiando ornato e figura, presso il liceo artistico di Cosenza sua attuale residenza.
Dopo un lungo periodo di travagli interiori si arruola alle armi. Nella seconda guerra mondiale trascorre un lungo periodo di prigionia in Africa.
In questo periodo trova modo di dedicarsi alla sua arte dipingendo madonne e sculture in bronzo e crocifissi con materiali spesso di recupero.
Negli anni sessanta, non aderisce alle ricerche d’avanguardie, preferisce elaborare una sua personale veduta.
Antonio Canova, è stato giornalista e redattore di un quotidiano. Nel 2010 tiene un ciclo di mostre personali a Taormina.
Il maestro Antonio Canova è considerato un temperista d’eccezione, attraverso una sua particolare tecnica, da lui stesso definita “a sbalzo” con particolare effetto lirico/cromatico i suoi paesaggi, vivono di una personalità interpretativa e coloristica, che rispecchiano le identiche vibrazioni pittoriche nei suoi ritratti. Nel 2014 riceve il premio editoriale Leone d’oro per l’arte, riconoscimento alla sua carriera.
Hanno scritto di lui:
Franco Lupinacci, Federica Pasini, Antonio Marasco, Mario Gismondi, Francesco Chetta, Jean Charles Spinà, Elena Cicchetti e altri.
Federica Pasini:
Il sottobosco dell’operato di Antonio Canova lo si può far risalire a quello dello “Sturm und Drang” preromantico; a quella tempesta e impeto che fa sobbalzare il fruitore davanti ai ritratti, dal gesto svelto e intensamente colorato, proprio del nostro artista.
Il connotato principale rimane una ricerca di intensità, originalità e libertà dell’espressione dell’io.
Le opere di Canova, sia pittoriche e scultoree, sono soggettive e senza controllo delle emozioni. Il suo operato si ritrova anche nella contemplazione della musicalità delle opere shakespeariane.
Inoltre troviamo anche l’entusiasmo per Saftesbury, soprattutto per ciò che concerne e l’esaltazione del genio creativo dell’artista.
Ricordiamo però che l’intelligenza creativa di Canova va a riprendere i nostri grandi macchiaioli, quelli che a Firenze si soffermavano a discutere al “Caffè Michelangelo; in particolar modo Boldini che partendo dal realismo riesce benissimo a far scoppiare il colore nella tela e con pochi gesti ritrarre personaggi dell’epoca; così Canova con queste basi, nasce e riesce ad andare al di là dell’opera, creando dipinti assolutamente originali e del tutto adeguati alla nostra contemporaneità.
Alla visione del suo operato riesce a far sobbalzare il cuore del fruitore e a farlo languire e con immenso trasporto a farlo tornare a tempi lontani, dove il mondo andava meno veloce ed era più dilatato. Canova risulta quindi un contemporaneo neo- romantico.