Collocazione geografica
Il Museo di Scultura al Castello dei Nelson, sorge in una plaga ubertosa, dove affiorano qua e la dei reperti archeologici di antiche civiltà.
Fu denominato un vecchio maniero da quando Ferdinando II di Borbone lo concesse all’ammiraglio Horatio Nelson (1799).
Manifestandogli con questa donazione la sua gratitudine per il servizio reso. Per cui il nobile Lord inglese divenne duca di Bronte –
Durante un’eruzione assai remota, un rivolo di fuoco del magma lavico che scendeva dall’Etna si arrestò là dove si trova il castello.
Costituì così le fondamenta di quel complesso edilizio nel quale un nucleo di frati stabilì la propria sede, ai margini del torrente Saraceno.
Oltre il torrente, il terreno argilloso consentiva la crescita di un’agricoltura prosperosa, ricca di verde e di giardini.
Le date
Le prime strutture murarie, poi comprese nel Castello, sono quindi quelle di un’antica abbazia e risalgono all’anno 850.
La chiesa di Santa Maria, eretta dai benedettini, oggi in discreto stato di conservazione, è del 1173.
Tutt’intorno si estende un vasto territorio coltivato a boschi e frutteti.
Vi scorre tanta acqua da soddisfare anche le esigenze del comprensorio etneo.
Il vecchio castello ha subito nel corso degli anni continui restauri.
Restauro e metamorfosi
Più recentemente, l’intento è stato quello di riportarlo alle sue origini, destinandolo a museo dei cimeli dei Nelson e a centro per incontri e convegni.
Punto di partenza di questa importante metamorfosi è stata la nascita di un parco-museo, antistante alla complessa struttura.
Utile ad accogliere, ed è già una realtà, opere in pietra lavica di numerosi artisti internazionali tra i più affermati e noti alla critica militante.
Nasce così il Museo di Scultura al Castello dei Nelson.
Questi maestri, con le opere da essi realizzate, provando l’emozione di scolpire la pietra dell’Etna, hanno contribuito in modo determinante al nuovo assetto dei giardini.
Questo patrimonio viene a rafforzare gli intendimenti del comune di Bronte. Volti anche a contribuire alla ridefinizione degli scopi socio-culturali.
Dando proficuo seguito a quanto a suo tempo intrapreso, a partire dal 1740, dal celebre Real Collegio Capizzi, notissimo centro di formazione educativa e di alta cultura.
In questo fervore di sviluppo e di rinnovamento è nato il museo di scultura all’aperto.
Presto, nel centro urbano, ad opera dello scrivente, vedrà la luce la «Pinacoteca di Bronte››, nel contesto dello stesso antico Collegio.
I maestri convenuti hanno dato il via ad una struttura museale originale per il fatto che le loro opere sono tutte in pietra lavica.
Il museo all’aperto si affianca degnamente agli altri similari esistenti in Europa.
In Italia si nota un certo fermento.
Molte ville e numerosi castelli sono adornati di opere scultoree significative, di grande valore artistico e di notevole spessore culturale.
Scultura contemporanea
Questo museo che sorge nei giardini del Castello Nelson raccoglie soltanto scultura contemporanea, indicativa per la nostra epoca.
L’Amministrazione comunale di Bronte ha accolto con consapevolezza questa nostra iniziativa adoperandosi affinché la proposta diventasse realtà.
In collaborazione col Cepis, e sotto l’attenta guida e l’attiva partecipazione dell’Istituto per la cultura e l’arte di Catania (ICA).
Dal 7 ottobre 1990, infatti, il museo è meta interessata di visite quotidiane da parte di studiosi, scolaresche, operatori culturali, turisti.
Questo parco-museo ha una grande importanza nell’ambito socio-culturale di Bronte.
Perché riscatta i brontesi dagli sconvolgimenti, dalle imposizioni e dalle malversazioni subiti per secoli.
Oggi, per volere dell’Amministrazione civica, sensibile alle nostre sollecitazioni, esso viene ad assumere una funzione consona ai tempi.