Il Dott. Carmelo Indriolo, l’architetto G. Arcidiacono, la prof. Clelia Sciavarrello

L’evento culturale inauguratosi il 27 maggio presso la Pinacoteca Nunzio Sciavarrello di Bronte, appartiene al nuovo coordinamento programmatico, avviato dai membri della direzione.

Obiettivo di tale programmazione è l’attività volta alla promozione e allo sviluppo della cultura, intesa come patrimonio vivo, essenziale e operante per l’elevazione spirituale e morale del cittadino.

Questo, il principio dell’Istituto per la Cultura e l’Arte di Catania, tramandato alla pinacoteca, e noi, ringraziamo l’attuale Presidente Dott. Carmelo Indriolo e tutti i componenti del nuovo Consiglio di Amministrazione, per aver colto questa essenza, mettendola in atto con gli eventi della nuova programmazione, e con l’inaugurazione della mostra di Giuseppe Arcidiacono.

Architetto e docente di Composizione Architettonica e Urbana presso l’università di Reggio Calabria, mostra le sue opere, che, come dice l’architetto Luigi Longhitano, curatore della mostra, rappresentano in maniera onirica, il divenire di un territorio che si sostanzia alle pendici dell’Etna, disegni e dipinti raramente esposti, frutto di tecnica pittorica complessa e figlia del suo tempo.

 

Uno scorcio della sala espositiva

E’ il riconoscimento di un poeta, dice Sandro Scarrocchia, (architetto, Accademia di Belle Arti di Brera, Milano), di una confluenza di disegno, architettura, poesia.

Giuseppina Radice, (storico dell’arte, Accademia delle Belle Arti di Catania), prosegue così: È complessa l’esperienza di realizzare opere d’arte e la scelta del medium espressivo è dettata da quella che Kandinskij definiva necessità interiore. Ogni artista di ogni tempo, vive nel mondo e del mondo ricercando un rapporto più profondo con se stesso e con la vita. Non ha messaggi da dare ma vuole raccontare i suoi momenti di tristezza, di gioia, di speranza, i suoi

pensieri colti, passionali o freddi, razionali o immaginari cercando – per tutto ciò – una forma. Quella forma. La sua. Ho sempre pensato che un artista non si diletti (“ci sei o ci fai”?)1 Mi chiedo spesso)1 ma attraverso le forme e il colore puntualizza le sue esperienze di vita e di arte per ossigenarle, verificarle, analizzarle e chiarirle. Forse per accettarne la portata e le conseguenze. Mi piace molto il termine ascesi, parola oggi quantomeno sospetta per molti di noi perché relegata alla sfera dei santi, dei martiri anzi. Non ci riguarda. ln realtà, e in maniera del tutto laica, significa applicazione metodica, esercizio ripetuto, sforzo per acquisire una competenza specifica. Condotta con intelligenza non è disumanizzante, ma aiuta l’uomo che vuole fare della propria vita un capolavoro, un’opera d’arte e non è casuale che la cultura greca utilizzasse il termine ascesi per indicare il lavoro artistico. Da parte mia considero l’ascesi – oggi – come necessità umana per crescere – come uomini e come artisti – interiormente e non solo anagraficamente. Come dire: Alchimisti di oggi per un futuro fatto a mano.

La mostra rimarrà aperta fino al 22 luglio, ed è visitabile il martedì, il mercoledì e la domenica dalle ore 10,00 alle ore 13,00, il giovedì e il sabato dalle ore 10,00 alle 13,00 e dalle 17,00 alle 20,00.