I paladini, erano i cavalieri più fidati della corte del Re Carlo Magno. In realtà la definizione di “paladino” si riferiva a qualsiasi eroe cavalleresco. 

Al giorno d’oggi viene definito paladino chi difende fortemente valori e ideali. (Fonte: Wikipedia)

Armature metalliche con cuori diversi

Immaginiamo di osservare un paladino e un robot.

Entrambi indossano armature metalliche, senza presentare grandi differenze nell’apparenza.

Armature metalliche con cuori diversi.

Il primo, umano, emozionale e sentimentale, il secondo, un chip informatico, programmato dall’uomo ma incapace di provare emozioni e sentimenti se non, anche quelli, programmati preventivamente dall’uomo.

Non dimentichiamo questo punto, perché fondamentale, gli automi sono programmati dall’uomo perché possano aiutarlo nella quotidianità.

Per “automi”, mi riferisco a qualsiasi mezzo informatico e/o tecnologico.

La scelta del nome “Il Paladino”  

E’ dovuta a diversi ragioni:

  • La prima, nasce dalle incisioni di mio padre, Nunzio Sciavarrello, che raffigurano i paladini. Scelti da lui come soggetto negli anni settanta per le sue opere d’arte. Nello stesso periodo, da ragazzino  mi portava  in alcune piazze della città o dei paesi limitrofi, ad assistere alle bellissime rappresentazioni delle opere dei pupi. 
  • Costretto giovanissimo a trasferirsi fuori dalla Sicilia per frequentare le scuole d’arte, mio padre, al suo ritorno decise di rendere le cose più facili ai giovani. Per evitare che come lui fossero costretti a lasciare la propria città di origine per studiare materie artistiche, decise negli anni sessanta di fondare il Liceo Artistico, l’Istituto d’Arte e l’Accademia delle Belle Arti nella città di Catania. Affrontando le non indifferenti difficoltà del periodo, a difesa e costruzione di valori e ideali di quel tempo, e diventando appunto in questo modo, un paladino. Questo era il secondo ma non meno importante motivo della scelta del nome.
  • Il terzo riguarda me, sono patito di informatica, social, web, grafica computerizzata, virtualizzazione, realtà aumentata, e quant’altro di simile. Sono cresciuto per pura casualità nel mondo dell’arte sviluppando una particolare sensibilità. Ancora oggi ho la fortuna di perfezionarla, dedicando la mia vita e lavorando, lo dico senza esagerare, in uno dei luoghi artistici più belli del mondo. 

Perchè un blog

Tutti ormai facciamo grande uso di informatizzazione.

Quotidianamente e in modo naturale, non ci rendiamo conto che stiamo rischiando di mutarci in freddi automi perdendo la sensibilità alla vita. 

Il mio obiettivo quindi, aprendo questo blog personale, sarà quello di invitare tutti voi alla riflessione sulla costruzione di un equilibrio.

Un giusto compromesso tra informatizzazione e vita naturale.

Bilanciando la vita virtuale e quella naturale, non solo sui tempi di utilizzo, ma sulla coerenza del nostro comportamento tra le due vite parallele.

L’incoerenza e l’esagerazione riducono la nostra sensibilità sia nel primo che nel secondo caso.

Il buonsenso di una misurata conciliazione tra le due vite, non potrà offrire altro che benessere, così come l’arte lo offre a chi la incontra come quotidianità e non come evento eccezionale.

Chiediamoci quindi, quanto siamo paladini e quanto automi.

Per quello che mi riguarda, nonostante la mia grande passione per l’informatica, rimango essere umano.

In quanto tale, a forte difesa del mio valore di vita ideale, sono un Paladino.