L’anormalità della normalità
Bisognerebbe innanzitutto definire il concetto di normalità.
Il significato della parola in sé dice, “che segue la norma, conforme alla consuetudine e alla generalità”.
La normalità può essere intesa anche come “ordine” in società.
Il comportamento generale della società è considerato normalità.
La società è considerata ordinata perché accomunata da comportamenti abitudinari, interpretati come “normali”.
La condotta che quindi assume la maggior parte delle persone viene considerata normalità.
Così facendo, se la maggior parte delle persone assume un comportamento, riuscirà gradualmente a coinvolgere in quella così definita “normalità”, la minoranza di persone che avrebbe assunto un atteggiamento diverso.
Tutti vanno dove vanno tutti
Una frase attribuita a Blaise Pascal, era “Tutti vanno dove vanno tutti”.
Quanta verità leggo in questa espressione.
Credo che si stia vivendo a pieno questa tendenza.
Ovvero, la maggior parte della gente segue la massa senza riflettere sulle proprie scelte, comportandosi in modi simili agli altri.
Si seguono le mode, le convenzioni sociali senza pensare se esse siano corrette o realmente desiderate.
Questo perché, nel cercare sicurezza, la gente inconsapevolmente mette da parte la riflessione personale.
Rischiando così di perdere autenticità, personalità e carattere.
Questo inoltre, a mio modestissimo parere, influisce anche sull’educazione di tutti.
E se la tendenza di massa va verso una direzione sbagliata, quella, diventerà un attitudine generale che rientrerà nella cosiddetta “normalità”.
Pertanto tutto ciò che prima per stile, per educazione, per onore e per rispetto era considerata normalità, oggi diventa anormale.
L’anormalità della normalità.
Piccole cose grandi esempi
L’attitudine di cui parlo mi invita a elencare qualche esempio.
Sono atteggiamenti che sicuramente molti riconosceranno nella propria quotidianità.
Qualcuno potrebbe anche far sorridere, apparire banale, piccolo, ma ricordiamoci che sono le piccole cose a rendere grandi tutto il resto.
Giacomo Leopardi scriveva tra i suoi pensieri:
“È curioso a vedere che quasi tutti gli uomini che valgono molto hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore.”
Elenco gli esempi senza aggiungere commenti personali, in modo da lasciare piena libertà ad ognuno per la propria valutazione.
Comportamenti semplici, ma che nell’insieme sminuiscono il buon senso della vita:
Quando si scrive una e-mail, è tendenza dall’altra parte non dare risposta.
Sui mezzi pubblici i giovani siedono ignorando anziani e donne in dolce attesa.
Si dà più importanza a ciò che gli altri vedono in noi, piuttosto che a quello che siamo realmente.
Si cerca sempre di prevalere sugli altri
La tendenza ad apparire elimina il buon senso e oltrepassa confini che non andrebbero valicati
Sì telefona, non si ottiene risposta, e subito si scrive il messaggio anche per comunicazioni che non hanno alcuna urgenza
Si telefona e si scrive a tutte le ore
Non esiste più la parola data, neanche dopo un accordo scritto
Non si fa distinzione tra potere gestionale e possedere
Non si condivide per il timore di diventare vulnerabili
Sì hanno innumerevoli amici sul social ma nella vita reale non si riconoscono
- Non si fa distinzione tra parere personale e commento professionale
- Esiste la convinzione che consultare il web ci rende professionisti in ogni campo e in ogni professione
E ancora potrei continuare.
Il risultato
Da questo elenco possiamo evincere che non esiste più il rispetto dei ruoli per i professionisti, né quello per chi potrebbe essere insofferente.
Che la gente è convinta di socializzare perché ha un grande numero di amicizie sul social, senza realizzare che quello, è solo un numero.
Che il garbo nel confrontarsi con gli altri è sempre più raro.
Che si dà più importanza al contenitore piuttosto che al contenuto.
Che si agisce in base alle proprie esigenze ignorando il rispetto altrui.
E infine, (giusto per dare un termine a questa lunga coda), che si segue la massa, ma lo si fa in piena solitudine, poiché la lista sopra dimostra che non esiste spirito di squadra, essenza fondamentale per la costruzione di un’attitudine che induca alla normalità dell’essere umano.
L’anormalità della normalità, piccole cose, come l’apostrofo che in questa mia frase cambia totalmente il senso.
È con cognizione di causa che preferisco discostarmi da questa tendenza.
Non perché ritenga che il mio sia l’atteggiamento giusto o dominante sulla scelta di altre persone, ma è indubbiamente quello che caratterizza la mia persona.
Questo cambiamento, col tempo porterà alla disgiunzione della società, rendendoci ancora più solitari, freddi e meno umani di come non lo siamo già.
Forse potremmo ancora fare in tempo a salvare quella normalità formata dal buon senso e dal rispetto, dall’onore e dai valori che arricchiscono la qualità della vita.
Unirsi per un miglioramento, non vagare verso dove ci porta l’onda, significherebbe costruire una sana e intelligente “normalità”.
Concludo con una frase di Luciano De Crescenzo dal film “Così parlò Bellavista” che dice:
“Siamo angeli con un’ala soltanto, e possiamo volare solo restando abbracciati”