Il consiglio di un saggio

Qualche anno fa, un signore anziano mi disse: “Ciò che non è detto, non esiste”.

Era un signore molto gentile che aveva preso parte alla seconda guerra mondiale, e chissà perché, ho la sensazione che chi ha vissuto la guerra abbia una saggezza e un modo gentile di porsi, ben diverso dalla generazione successiva: la mia.

È chiaro che non intendo dire che siamo una generazione ineducata, ma la precedente prestava certamente più attenzione ai rapporti umani.

È probabile che abbiano imparato ad unirsi e rispettarsi in modo da affrontare con più forza le avversità della vita.

Era la fine degli anni ottanta, e io poco più che ventenne feci tesoro di quell’espressione.

Inizialmente forse solo per la simpatia che avevo per quel signore, successivamente mi chiesi quali fossero le cose che spesso evitavo di dire.

Qualcuna la evitavo per timidezza, qualche altra la rimandavo pensando di avere tempo infinito a disposizione.

Mi accorsi che non bisogna temporeggiare, quando venne a mancare una persona a me cara, e non feci in tempo a dirgli quello che avrei tanto voluto.

Una delle cose di cui spesso ci priviamo ad esprimere, è l’amore.

L’amore

Amore che non dev’essere necessariamente inteso in un rapporto di coppia.

Esiste l’amore per gli amici, per i genitori o i figli, per i parenti o per un conoscente o addirittura per gli estranei.

L’ultimo lo conosco bene, l’ho scoperto grazie al lavoro che faccio perché mi ritrovo quotidianamente a contatto con il pubblico.

Quante volte abbiamo pensato di voler bene qualcuno, e non glielo abbiamo detto.

In molti casi, e succede spesso proprio con le persone a noi più vicine.

Non che se ne presenti la necessità, ma qualche volta esprimerlo rallegra il cuore di chi lo dice e di chi lo ascolta.

Qualcuno sorriderà leggendo in qualche riga più su che ho scritto “amore per gli estranei”, intendevo dire che anche la semplice cordialità è una forma di benevolenza.

Ma esistono altre cose che non diciamo, una di queste è “il dubbio”

Il dubbio

È un altro motivo di silenzio.

Lo evitiamo per non ferire la sensibilità altrui, o per timore di suscitare in loro l’irascibilità.

Non lo esprimiamo, e in silenzio pensiamo alle probabili risposte, convincendoci spesso che quella che vorremmo sentire sia quella giusta.

È solo un nostro conforto.

È molto più facile chiarirlo ed evitare che cresca in noi.

Perché crescendo, coltiva in noi un malessere, un’infinità di pensieri, di stati d’animo e di confusione che potrà essere risolta solo chiarendo il dubbio.

Vivo & Scrivo

L’idea del “ciò che non è detto non esiste” vive in me da allora.

Nel corso degli anni è diventata uno stile di vita, adottata anche in casi difficili, a volte non apprezzata, ma di certo liberatoria per la mia persona.

Così come lo è il mio Vivo & Scrivo di questo blog.

Come detto prima, lavoro con il pubblico da diversi anni ormai.

Un confronto giornaliero con decine di persone, e non esagero se dico che a volte sono centinaia, gente che spesso si ferma a chiacchierare con me.

Così un giorno parlando di arte e di educazione la persona che avevo davanti mi disse che avevo un modo di dialogare interessante, pieno di passione, e che riusciva a percepire quanto amore mettessi in ogni parola detta.

Allora le confidai di avere un sito internet dove mi ero limitato a scrivere racconti su quanto mio padre avesse costruito per l’arte e creato per la società, e che avevo pensato di trasformare il sito in blog per scrivere anche altro.

Mi incoraggiò dicendomi che avrei dovuto farlo, per coinvolgere i lettori in questa passione per la vita, per l’arte, per la società, ma soprattutto per lasciare una traccia ai più giovani.

Era una Sovrintendente ai Beni Culturali di Roma, nasce così “Vivo & Scrivo”.

So con certezza che non muovo un dito se per quel “qualcosa” non riesco a metterci cuore, il mio modo di scrivere è opinabile, ma la Signora mi disse che importava poco il modo, l’importante era esporre il mio pensiero, perchè “ciò che non è detto non esiste”, e quindi io Vivo & Scrivo.