Quante volte vi è successo di perdere lo sguardo nel vuoto, e assentarvi mentalmente dal luogo e dalla situazione in cui vi trovate?

Un assenza della quale a volte neanche ci si accorge, finché qualcuno non la interrompe riportandoci alla realtà chiedendoci a cosa stavamo pensando.

A questo “risveglio”, qual è la risposta che diamo, la prima, la più spontanea?

Nella maggior parte dei casi, rispondiamo: “Niente!”.

Risposta esternata con convinzione e spontaneità.

Ma tornando a quel niente, scopriremo che in grande percentuale è stato un momento di nostra intimità, uno dei più personali.

E che quel vuoto apparente, in realtà nasconde una storia, la nostra storia.

Perché la verità è che in quel momento siamo noi, soli con noi stessi.

Esclusi da tutto il resto, ascoltiamo in silenzio il nostro racconto.

Certo non è facile scoprire quale fosse il racconto, perché talmente assorti che al risveglio non ricorderemmo facilmente.

Un pò come i sogni, che a volte si ricordano e a volte dobbiamo concentrarci per poterli ricordare.

Ma sono convinto che da tanti di questi “niente” sono venute fuori opere d’arte, sotto qualsiasi forma, potremo leggerne il racconto, già, il racconto del niente.

C’è chi scopre l’amore, chi la solitudine, chi sorride fra sé e sé, e chi si rattrista.

Chi ci ha fatto carriera, e chi ha cambiato vita lasciando tutto.

Potrei continuare scrivendo innumerevoli esempi, tutti compresi nel vuoto apparente del niente.

Questo post, è un prodotto del mio niente.

Di certo non sono specialista dell’argomento, ma trovandolo interessante, ho voluto condividerlo per invitarvi a una riflessione e a esternare il vostro niente.

Scrivo di getto i miei pensieri, non ho pretese da scrittore così come da blogger, amo la spontaneità.

Se lo avete letto fino in fondo, vi ringrazio, sentitevi liberi di interagire se vi è piaciuto.

Basta anche un “niente”!

3 commenti
  1. Stefirenze63
    Stefirenze63 dice:

    Ad un certo momento capisci che il tuo cervello ha staccato la spina per qualche secondo perché ti ritrovi a fissare un punto nell’ infinito… lontano dai rimuginii e dai mille pensieri. In quel momento di benessere emerge quella parte vera di noi che ci dice: sei qui!

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